
C’è poco da fare, la sofferenza è inevitabile, è insita nella nostra natura e nella nostra vita. Lo so molto bene.
Quando ero più giovane, c’è stato un periodo nella mia vita in cui credevo che la sofferenza non mi avrebbe mai abbandonato.
Credevo che non avrebbe mai più lasciato spazio alla felicità, alla positività.
- Ho fatto un incidente in macchina dal quale sono uscito vivo per miracolo.
- Non credevo di uscire bene dalla riabilitazione.
- Non credevo di uscire dal letto in cui sono stato costretto per mesi.
- Non credevo che sarei riuscito a realizzare gli obiettivi che mi ero prefissato.
- Sono caduto in depressione e, come spesso accade, non credevo che sarei riuscito ad uscirne.
Per fortuna in tali momenti si scopre che esistono persone che tengono a noi più di quanto non facciamo noi stessi. Nel mio caso tali persone sono state i miei famigliari. Mio padre era un medico illuminato abile, già negli anni sessanta, nell’agopuntura e nell’ipnosi terapeutica. Le mie sorelle praticavano già da molto tempo yoga.
Su un punto sono stati chiari: loro potevano aiutarmi solo fino ad un certo punto, poi avrei dovuto procedere da solo. Non lo hanno fatto per cattiveria, ma per insegnarmi un’importante lezione di vita. Niente di buono potrà mai accadere nella nostra vita se noi non lo vogliamo, se non ne siamo convinti.