La paura istintiva è uno schema di sopravvivenza che, in relazione a una situazione percepita pericolosa, fa scattare una reazione emotiva e neuro-endocrina di allarme. Si allertano i sensi, il corpo produce sostanze eccitanti e le distribuisce velocemente dove è necessario al fine di favorire la lotta, la fuga, l’allerta ed il mimetismo, per la difesa propria e della specie. In tempi brevi si attiva una reazione di emergenza che può essere utile e congruente – se ci troviamo sull’orlo di un precipizio, veniamo aggrediti, entriamo in un banco di nebbia con la macchina o un cane ci aggredisce – . Il nostro sistema di paura istintiva può salvare la nostra vita e quella di altre persone; e lo ha fatto sin dall’origine dei tempi dell’umanità.
Siamo tutti dotati di questo equipaggiamento ma alcune persone lo attivano più di altre, spesso in maniera inutile e disfunzionale a causa di un eccesso di preoccupazione o paura psichica.
Anche il livello di stress accumulato, l’alimentazione, la cattiva respirazione portano un elevato livello di stress nervoso e di tensione muscolare, che ci porta a reagire anche al minimo allarme ed alle più lievi sollecitazioni esterne (es. trasalire per lo squillo del telefono).
Quando questa reazione di allarme viene attivata ripetutamente per motivi sbagliati o totalmente virtuali o tende a diventare uno stato di allerta e ansia cronica e generalizzata, provoca tormento, agitazione, ipereccitabilità, cattivo rendimento, confusione, e degenera spesso in patologie psicosomatiche a carico di diversi organi interni (stomaco, intestino, cuore, etc).
È una reazione quindi che va gestita correttamente al fine di permetterci di elicitare, richiamare, importanti risorse psicofisiche che ci rendono attivi, determinati, forti e combattivi se viene usata e direzionata consapevolmente; oppure può essere un vero e proprio sistema di auto sabotaggio ed autolimitazione, con diversi e sgradevoli effetti collaterali, sia relativamente alla salute psicofisica che alla qualità delle prestazioni.
Nell’ambito virtuale del nostro dialogo interno siamo spesso concentrati su pensieri di paura e preoccupazione.
La cosa che è importante comprendere è che le preoccupazioni sono totalmente virtuali ma creano emozioni e reazioni biologiche reali.È un pensiero che attiva una carica emotiva che se serve a progettare, pianificare, ricercare soluzioni a problemi potenziali, stimolando all’azione con determinazione. Se viene staccata correttamente quando il lavoro è finito, questa reazione diventa una risorsa preziosa. È quella abilità che ha portato l’umanità ad evolversi. Molte delle più importanti scoperte dell’essere umano sono state create sotto la spinta dell’esigenza di sicurezza e di superamento della paura. In questo modo la tendenza a preoccuparsi va vista come una spinta creativa, una sfida all’esistenza tesa al miglioramento della qualità di vita ed al problem solving.
Il problema è che spesso la preoccupazione diviene una forma di fissazione, di ossessione, di paranoia o una forma mentis, un modo di guardare il mondo con gli occhi della paura, del dubbio, del sospetto, della sfiducia. Questo porta stress autogeno, diffidenza, cinismo, la tendenza ad un ipercontrollo ansiogeno, un’intossicazione da eccesso di stress, pessimismo, tendenza al giudizio, alla critica, alla colpa, un senso di fragilità e debolezza, propensione alla chiusura, all’evitamento, all’isolamento.
Ecco perché è importante imparare a conoscerla ed ad acquisire mezzi e strumenti ad approccio corporeo, somato/respiratorio e cognitivo/comportamentale per gestire al meglio le nostre paure. Per fare ciò è fondamentale incominciare a conoscere ed a studiare le nostre paure con coraggio, amorevolmente. Perché più sfuggiamo, temiamo e combattiamo le paure, come ogni emozione, più le potenziamo. C. G. Jung ammoniva “ciò a cui resisti persiste”.
Spesso rifuggiamo dal guardare, dall’osservare, dallo studiare e conoscere le nostre paure più profonde, perché la maggior parte di noi non sa come risolverle.
Per questo può essere utile un percorso di addestramento o di terapia, guidata e specifico.