La rabbia è un’emozione primaria, è un’emozione innata, primordiale, che deriva dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova.
Chi ha avuto ho ha ancora bambini piccoli (si manifesta molto chiaramente dopo il primo anno di vita) lo sa molto bene. Un bambino a questa età si arrabbia per molte cose, perché vuol far sentire la sua voce, reclamare i suoi diritti, le sue scelte, i suoi gusti. La rabbia, quindi, è un’emozione utile che SERVE quando siamo piccoli a far sì che l’ambiente si adegui alle nostre esigenze ed ai nostri bisogni.
Anche da grandi può essere così, se troviamo il modo di viverla positivamente ed incanalare la grande energia che ne deriva. Può essere molto utile per aumentare la fiducia in se stessi ed essere il carburante per realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi.
Il vero problema è che la rabbia è sicuramente l’emozione che è stata maggiormente repressa dalla cultura dominante dell’ultimo secolo. A tutti noi, da bambini, ci è stato detto di non arrabbiarci. Non sta bene, è da maleducati, si fa brutta figura. La rabbia infatti è un’emozione che provoca delle reazioni nel corpo molto evidenti, esterne, e che danno fastidio. Un bambino è considerato un “angioletto”, quando si arrabbia invece contrae il volto, diventa rosso, si dimena e non è più un “bel bambino”. Questa sua reazione viene sistematicamente bloccata.
Per gli adulti è uguale, un adulto arrabbiato e che non sa gestire la propria rabbia viene preso per pazzo, viene isolato, fa paura. Il problema, dunque, non è la rabbia, ma la repressione della rabbia.
La rabbia che reprimiamo in maniera automatica e secondo meccanismi inconsci di cui non ci accorgiamo e che giudichiamo negativamente perché probabilmente da bambini ci è stato detto, o ci è stato mostrato, è un grosso guaio da adulti. Lo è molto di più per un genitore. Non solo perché, come vi dicevo, il bambino subito dopo l’anno di vita si arrabbia minimo tre volte al giorno e rischiamo di passargli lo stesso messaggio che è stato dato a noi (“non ti devi arrabbiare, sei brutto quando lo fai”) minando sin da subito la sua autostima, ma anche perché la repressione della rabbia inconscia nei genitori può generare scoppi d’ira molto frequenti che rischiano di spaventare a morte il piccolo creandogli ansie e fobie. Un bel casotto insomma!
Gli scoppi d’ira sono il risultato del conflitto interiore che proviamo quando nostro figlio rivendica i suoi diritti, i suoi gusti, ci dice i suoi no. E’ un processo naturale nei bambini, supportato dalla rabbia, appunto, il fatto di rivendicare i suoi bisogni con forza. Ma se per noi tale emozione è un problema non riusciamo a vivere serenamente questa fase di crescita in nostro figlio. Può succedere che, per non sentire le sue urla (che ci ricordano la nostra rabbia che sta lì rannicchiata in un cantuccio della nostra interiorità, che siccome abbiamo imparato a reprimere non vogliamo proprio sentirla) lo assecondiamo in tutto e per tutto, fino a quando, finite le risorse e la pazienza saremo protagonisti di un grosso scoppio d’ira che lascerà basito il nostro piccolo e lo spaventerà a morte. Oppure succederà che gli diremo in continuazione che non deve arrabbiarsi, perché la rabbia proprio non la sopportiamo, e lui/lei impareranno dopo diverso tempo ad ingoiare il rospo rinunciando ad esprimere se stessi per accontentare gli altri e risultare più amabile.
I genitori che hanno dentro di se rabbia repressa rischiano seriamente di creare figli insicuri, ansiosi, spaventati. E siccome i bambini imparano con l’esempio apprenderanno dal nostro comportamento una maniera assolutamente poco utile di vivere questa emozione, che se integrata li porterà invece ad avere, in ogni ambito della vita, una maggiore determinazione, più forza e creatività, a realizzare i propri progetti con sicurezza interiore ed autostima.
Partecipando al corso I.S.P. e imparando così le tecniche di respirazione consapevole utili per integrare e gestire positivamente la propria rabbia e tutto il materiale represso dentro di voi vi assicuro che farete un grosso regalo ai vostri figli, oltre che a voi stessi.
Per quanto riguarda la mia esperienza il fatto di far pace con la mia rabbia e di imparare a gestirla è stato molto importante e molto utile per me, ha giovato alle mie relazioni sociali e mi è stato di grande aiuto nella relazione con mio figlio. Posso dire con fierezza che a due anni e mezzo il mio piccolo ha imparato a respirare in maniera consapevole quando si arrabbia e prova frustrazione, semplicemente guardando me. In casa il clima è più disteso e la rabbia non ci fa più paura, anzi, è una nostra alleata.