Disturbo da attacco da panico: un approccio integrato per risolverlo
Sono alcuni anni che sperimento in collaborazione con l’equipe del Centro di Salute Integrata di Udine un protocollo di interventi terapeutici che si sono dimostrati efficaci nella risoluzione del disturbo da attacchi di panico. Questo sistema di lavoro è stato per circa due anni oggetto di una ricerca effettuata da una studentessa laureanda alla facoltà di Psicologia Clinica di Bologna, Valentina Marsili di Ancona, (da diversi anni collaboratrice dell’Associazione il Centro responsabile organizzativo gruppo Marche) e in collaborazione con la Clinica Psichiatrica di Parma che ha fornito i test e i criteri di valutazione dei risultati ottenuti. Lo scopo di questo articolo è creare e definire le premesse teorico applicative di questo sistema integrato di guarigione, che ha dato risultati molto soddisfacenti sia sotto il profilo dell’efficacia (capacità reale di riduzione del problema) efficienza (tempi e costi di raggiungimento dell’obiettivo terapeutico) e permanenza nel tempo dei risultati acquisiti.
Il protocollo di interventi rientra nell’ambito delle psicoterapie brevi (15-20 sedute di media) e prevede una sinergia di interventi, di sistemi e professionisti diversi. L’approccio integrativo R.C.T. è sostanzialmente un intervento globale sulla totalità dell’individuo, inteso come un’unione di funzioni fisiologiche, organiche, emozionali, intellettuali e di autocoscienza. Intervenendo quindi sull’alimentazione, il riequilibrio energetico, la modificazione del sistema percettivo-reattivo, l’intelligenza emotiva, lo sviluppo di una maggiore capacità di sentirsi, scoprirsi, riconoscersi, ampliare la coscienza di sé, dei propri condizionamenti e conflitti interiori, scaricando e disintossicando l’organismo, allentando le tensioni e i blocchi muscolari ed energetici.
INSIEME si può cambiare, si può eliminare la dipendenza, anche di anni, dai farmaci, ritrovare autonomia, apprendere a gestire eventuali momenti di crisi futura.
Ho scelto di approfondire in particolare questo tipo di disturbo in quanto da ragazzo ne ho sofferto per diversi mesi e questo mi ha stimolato a cercare soluzioni. Le persone che abbiamo trattato nel nostro centro, la ricerca ne valuta una ventina, ma sono state molte di più negli anni, hanno una media di età tra i 20 e i 50 anni e spesso presentano una comorbilità (compresenza di ulteriori disturbi) con sintomi agorafobici (paura degli spazi aperti) claustrofobici (paura degli spazi chiusi) ipocondriaci, di tipo depressivo, isterico, ansia generalizzata ossessivo – compulsivi.
E’ fondamentale nella fase iniziale la valutazione precisa della manifestazione sintomatica globale, l’anamnesi, la definizione del problema dal punto di vista fisico, emotivo e psichico. Gli attacchi vengono valutati sia come intensità, durata, se situazionali o inattesi, i sintomi analizzati nei dettagli. La raccolta dati iniziale prevede l’utilizzo di test, specifici sulla personalità, disegni, enneagramma per lo studio del carattere. Segue poi la fase di definizione dell’obiettivo terapeutico sia in termini di visione chiara di come si desidera la propria guarigione, sia, visto che gli ansiosi hanno una forte spinta ad evitare, anche in chiave di ipotesi di dove non si vuole andare, ciò che si vuole abbandonare. Il paziente viene coinvolto attivamente fin dall’inizio in lavori ed esercizi non solo nell’ambito terapeutico, ma anche a casa. Sempre nelle prime fasi della terapia si effettua anche una revisione delle abitudini alimentari, il sostegno con l’utilizzo di integratori alimentari e prodotti naturali per rilassare e permettere la disintossicazione farmacologia. Il lavoro procede poi su un piano organico e bioenergetico con le tecniche e gli strumenti somato-psichici dell’approccio R.C.T. Tecniche respiratorie a ritmi e frequenza specifiche, abbinate a luci, colori, movimenti prestabiliti che apportano velocemente una profonda distensione muscolare e del sistema nervoso, una apertura respiratoria e diaframmatica in particolare, una modificazione al PH sanguigno, un rallentamento delle onde celebrali, una stimolazione e un riequilibrio delle funzioni epato-biliari e gastro-intestinali spesso coinvolte nella somatizzazione ansiosa.
Qualsiasi restrizione della respirazione naturale è sia il risultato sia la causa dell’ansia. Se la situazione che produce ansia persiste ed è prolungata, il disturbo respiratorio si struttura in tensioni toraciche ed addominali. L’incapacità di respirare liberamente sotto stress emozionale è la base fisiologica dell’esperienza dell’ansia. Poiché il corpo è la base di tutte le funzioni di realtà, qualsiasi accrescimento nel contatto di una persona con il corpo produce un miglioramento significativo nell’immagine di sé, nelle relazioni, nella qualità del pensare, del sentire e nella gioia di vivere.
La maggior parte dei pazienti non è consapevole che i loro problemi sono manifesti nel corpo fino a che ciò non viene coscientizzato esperienzialmente. Quando la respirazione e le mobilità sono liberate, dalle restrizioni, dalle tensioni croniche, il funzionamento fisico e psichico migliora, a condizione che ci sia un miglioramento concomitante e corrispondente della comprensione della realtà, sia sul piano psichico sia su quello interpersonale.
A questo tipo di interventi si abbinano quindi, proseguendo nel lavoro, approcci di counselling integrativo e strategico come intervento sul piano emozionale, cognitivo-comportamentale e coscienziale.
Sul piano dello sviluppo dell’intelligenza emotiva il paziente va educato ad una riduzione dei conflitti emozionali con gli stati di paura ed ansia, ma non solo. Spesso il D.A.P. (Disturbo da Attacchi di Panico) è correlato ad una forte soppressione di impulsi emotivi ed istintuali (Peter Pan e il mitico dio ellenico Pan), tra cui impulsi erotici, aggressivi, creativi, trasgressivi. Forte è il senso di vergogna e la frustrazione depressiva conseguenti al D.A.P., che vanno compresi ed integrati nel percorso.
Va necessariamente allentata la morsa repressiva e giudicante della parte morale-razionale, dell’eccessivo autocontrollo presente sempre nelle personalità che sviluppano questo genere di disturbo. Il conflitto viene coscientizzato, e favorito un approccio interiore a sé, agli altri e alla vita, più sano, benevolo, comprensivo e collaborativo. Spesso quando è il momento opportuno viene inserita nel percorso la frequenza ad un Seminario di Integrazione Somato-Psichica per l’acquisizione di tecniche di gestione emozionale.