"Una mente che prova una qualsiasi forma di paura non può ovviamente avere le qualità
dell’amore, della simpatia, della tenerezza. La paura è l’energia distruttiva nell’uomo."
J. Krishnamurti – Sulla paura
Se chiedessimo alle persone direttamente: - "ma tu di cosa hai paura”, molti risponderebbero – "di niente" – o riferirebbero di qualche specifica paura o fobia (dei ragni, dei topi, delle altezze, di volare) o di qualche generica paura esistenziale (la fine del mondo, la guerra, i terroristi, un brutto male, la morte).
Probabilmente l’elenco delle paure emerse da un’indagine superficiale sarebbe, generalmente scarso e breve. Questo perché gran parte delle paure che ci condizionano sono spesso inconsapevoli ed inconsce.
La cosa più difficile per un pesce è sapere cos’è l’acqua, perché vi è immerso in maniera permanente.
In realtà la maggior parte delle persone vive quasi perennemente in uno stato psicologico di paura, timore, ansia, apprensione, atteggiamento sospettoso e di difesa, nel dubbio, nella sfiducia, nell’incertezza, percependo uno stato di fondo di continua precarietà, pericolo ed insicurezza.
La paura è uno dei più grossi problemi dell’umanità attuale, tra le principali cause di malattie sia fisiche che psichiche, è alla base di tutti i disturbi ansioso/depressivi nelle loro varie manifestazioni. Abbiamo tutti spesso paura di qualcosa e siamo spesso alleati delle nostre strategie nevrotiche di difesa: stato di allerta, tendenza alla lotta, all’attacco, alla fuga, all’evitamento ed alla rinuncia, all’ipercontrollo, alla repressione di sé, delle proprie emozioni ed istinti, alla tendenza all’inautenticità ed all’ipervigilanza.
La paura è sempre in relazione a qualcosa.
Conoscete le vostre paure?
La paura di perdere il lavoro, della povertà, di arrivare in ritardo, di essere rimproverati, di non avere abbastanza (cibo, soldi, successo, stima, fascino, etc). Paura di cosa pensano gli altri di voi, del giudizio, della derisione, della critica, di fare brutta figura, di non essere all’altezza, di non essere i migliori, o di perdere la posizione e l’immagine acquisita.
La paura che il corpo vi tradisca, del dolore, delle malattie, della morte nostra o dei nostri cari.
Temiamo l’ira di Dio e le sue infernali punizioni, e abbiamo paura dell’aldilà.
Temiamo la colpa, temiamo di sbagliare, di non essere perfetti.
Abbiamo paura di essere dominati, manipolati, paura della sofferenza che nasce dalla confidenza e dall’intimità o la paura contrapposta di rimanere soli e di non arrivare mai a conoscere l’amore, e nel contempo abbiamo spesso una profonda paura di amare.
C’è la paura del rifiuto, dell’abbandono, della sofferenza emotiva, della solitudine, del tempo che passa, della decadenza senile. Siamo spesso suggestionati artatamente dai media a temere per la nostra incolumità, paura dei ladri, dei terroristi, dei comunisti che mangiano i bambini e dei Rom che li rapiscono.
Paura che il destino trami negativamente alle nostre spalle, che il futuro sia spiacevole, e mille altre ancora.
Proprio oggi giorno in cui le tecnologie, la civiltà moderna ed i sistemi di sicurezza hanno garantito, almeno nei paesi più sviluppati, condizioni di sopravvivenza e di protezione come mai prima d’ora, paradossalmente abbiamo sviluppato sempre maggiori paure e timori, la gran parte inutili, irrazionali, tossiche e dannose. Produciamo circa 70.000 pensieri ogni giorno e diversi studi confermano che due terzi di questi sono connessi con paure, preoccupazioni e paranoie.
Ma vediamo di comprendere cos’è la paura, questa emozione così pervasiva nella nostra esistenza, come essa si attiva ed agisce sul piano somatico e su quello psichico e quali sono i suoi aspetti utili e proficui e quali quelli disfunzionali, nevrotici, distruttivi.
La paura può essere definita come una reazione specifica di allarme in relazione a qualche pericolo specifico (ad esempio un cane che ringhia) reale o immaginario. Infatti, essendo che la nostra coscienza non distingue un’esperienza reale da una fortemente immaginata, la reazione neuro-endocrina di allarme, di “ lotta o fuga” viene attivata a livello organico sia per esempio, dalla vista di un serpente velenoso, se li temo, sia dal fatto di credere che qualcosa di lungo ed indefinito che trovo per terra possa essere un serpente, e magari poi è solo una cintura, sia immaginando un serpente nella fantasia o nel sogno. Questo aspetto sarà fondamentale per comprendere gli aspetti nevrotici dell’autosuggestione ansiogena e paranoica legata al vizio della preoccupazione.
Inoltre la paura è una reazione di ipervigilanza e allerta connessa all’affrontare l’ignoto, lo sconosciuto o situazioni dove viene a mancare la percezione di avere il controllo.