Nella nostra società il lavoro ricopre un ruolo fondamentale non solo per la sua ovvia funzione di procacciare i mezzi per poter sopravvivere. Ad un livello molto più sottile, il lavoro è diventato per l’individuo un fortissimo elemento di riconoscimento della propria identità: sul lavoro si vede chi siamo, quali sono le nostre inclinazioni, la nostra attitudine.
Non siamo il lavoro che facciamo, ma lavorare è un modo fortissimo per affermare chi e come siamo.
Ecco perché la grave fase di recessione e crisi economica che ci colpisce è un nemico potente: non solo crea enormi problemi di tipo materiale, minando i nostri redditi, le nostre finanze, il nostro potere d’acquisto ma, attraverso l’ormai diventata comune perdita del posto di lavoro, mina profondamente anche chi siamo, o almeno chi siamo convinti di essere.
Il mondo del lavoro improvvisamente ci rifiuta, quasi interamente, e questo colpisce la nostra autostima e la considerazione di noi stessi.
Difficile ignorare il carico di preoccupazioni, incertezze e mancanze che si vengono a creare: riuscirò a trovare un altro lavoro? Come provvederò alle spese della mia famiglia?
Ancora più difficile non somatizzare queste emozioni: ecco dunque apparire ansia, stress, depressione, disturbi del sonno.
Non possiamo risolvere la crisi economica come singoli individui, possiamo però costruirci i mezzi per essere in grado di affrontarla.
Training autogeno, mindfullness (ne parleremo la prossima settimana), meditazione, tecniche di respirazione, sono tutti strumenti in grado di aiutare la nostra mente a rilassarsi, a valutare noi stessi per quello che realmente siamo, e non più quello che facciamo per vivere.
Molti di noi poi, vivono questa condizione precaria legata alla crisi economica come una vergogna personale, una sconfitta, nascondendola e mantenendola privata.
Un sentimento che non serve proprio tenerci dentro a marcire e stagnare: va invece ricostruita la nostra identità, sapendola smarcare dai nostri soli meriti professionali.
Come abbiamo già detto in precedenza, il lavoro ci aiuta a dire chi siamo, ma in ogni caso non siamo solo il lavoro che facciamo.