"E chi è senza peccato scagli la prima pietra".
La colpa prevede una punizione, la vergogna una diminuzione del nostro valore.
Sono entrambe aberrazioni di una funzione umana basilare che è il senso di responsabilità o coscienza etica che si curano con il riconoscimento dell'imperfezione. L'autoperdono, che non va confuso con l'autoindulgenza, e il non identificarsi con i nostri errori sono la giusta cura da intraprendere. Siamo esseri imperfetti. Sbagliare, per ignoranza, inesperienza a volte persino con consapevolezza e premeditazione, è inevitabile.
«Sbagliando si impara» dicevano i nostri vecchi, eppure spesso i nostri errori sono stati sanzionati con violenza, derisione, mortificazione e punizioni umilianti.
Così accadono due cose:
Quello che devi capire è che se fallisci non sei un fallito, ma hai una nuova e precisa conoscenza su quello che non devi fare.
L'errore richiede lucidità e sincerità, non sofferenza e umiliazione.
La vergogna ci umilia e ci fa sentire inferiori, sbagliati, sporchi, ma non aiuta per nulla a porre rimedio alle azioni scorrette o poco ecologiche per noi o per gli altri.
Per chi vuole coltivare l'amore incondizionato, è bene ricordare che sono solo i nostri comportamenti non il nostro valore o la nostra identità coinvolti nell'analisi di un errore. Responsabilità è la capacità di analizzare un accaduto, ed essere in grado di dare risposte e porre rimedio ove è possibile a ciò che non funziona o non ha funzionato.
La comprensione è apprendimento senza punizioni, senza autocondanne o svalutazione di sé.
Il perdono di cui sto parlando quindi è responsabilità, orientamento alla soluzione e capacità di lasciar andare il passato e concentrarci sul presente. "Attraverso il perdono possiamo imparare a non giudicare gli altri e a vedere tutti, inclusi noi stessi.
Senza colpa
Ci sentiamo presto