Ecco dunque il primo esercizio base della serie di esercizi in gravidanza per iniziare a sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie modalità respiratorie abituali, da poter iniziare fin dai primi periodi della gravidanza.
Dovrebbe essere ormai chiaro che la qualità e la corretta modalità di respirazione è una chiave fondamentale del benessere e della positività fisica, emotiva, psicologica e spirituale. Prima di esplorare le tecniche specifiche della RCT bisogna partire da quella che io chiamo la RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA di base.
È necessario comprendere i blocchi e le limitazioni della nostra respirazione “normale”, automatica, che è sempre, come ho detto precedentemente, limitata, parziale, superficiale, e incompleta; per poi arrivare ad una respirazione consapevole completa, profonda, che utilizzi al meglio tutti gli spazi polmonari disponibili nella fase di riempimento e consenta un’eliminazione ottimale dell’anidride carbonica in espirazione.
Naturalmente, in questo caso,le tecniche veng0no proposte alle donne in dolce attesa, ma sono pratiche che tutti dovrebbero usare. C’è sempre ed a qualsiasi età la possibilità di migliorare il nostro modo di respirare.
Analizziamo ora alcune semplici procedure per raggiungere una respirazione completa ed avere un respiro ampio, libero e profondo.
Il segreto sta nell’imparare ad utilizzare al meglio tutta la muscolatura respiratoria in volume: alto e basso (dalle spalle alle pelvi il respiro può espandersi), lateralmente, avanti e dietro; in modo da permettere l’ingresso di quanta più aria possibile specie andando a riempire quegli spazi polmonari meno utilizzati dalla nostra respirazione automatica.
Per questo all’inizio io propongo un semplice esercizio.
Distesi o seduti si inizia ad osservare la respirazione automatica, i movimenti che compie il corpo mentre respira, le parti che si riempiono e quelle inattive, contando in quanti secondi avviene l’inspiro e in quanti l’espiro.
Di media non vengono quasi mai superati i 2-3 secondi per ogni fase.
Poi inizia la fase di rieducazione, partendo dallo svuotare, dallo spremere bene l’aria fuori dal petto, come una spugna, finché non c’è più nessun residuo,attraverso una leggera contrazione del diaframma e dell’addome.
Generalmente una espirazione completa dura dalle 3 alle 5 volte di più di quella automatica. Lo stesso vale per i tempi legati alla fase di riempimento polmonare.
Poi si passa a rieducare l’inspirazione che va fatta lentamente, senza risucchiare aria, aprendo bene le narici e iniziando dal basso a spingere bene l’aria dalla pancia, nella zona lombare, sui fianchi, magari poggiandoci una mano sopra per sentire il movimento. Passiamo poi a riempire bene il petto, la parte centrale del torace, in ogni direzione, salendo poi alle clavicole su fino alle spalle, verificando l’espansione della parte alta del torace.
A volte può essere utile allenare per un po’ le tre fasi respiratorie (basse, medie e alte) separatamente, appoggiandovi sopra le mani aperte, per poi arrivare ad unirle in una respirazione profonda e completa che dovrebbe arrivare a durare dai 7 ai 10 secondi per fase, come minimo.
Già di per sé questa rieducazione respiratoria può portare evidenti benefici e cambiamenti.
Da qui si parte già con un primo esercizio di base molto semplice e potente, per rilassarsi e allenare la respirazione completa. Chiameremo questo rsepiro respiro ad onda o respiro del mare e lo approfondiremo nel prossimo articolo.
Ci sentiamo presto