Per poter riempire è necessario in principio saper svuotare.
I blocchi e le inefficienze in fase espiratoria fanno sì che una grande quantità di aria ristagni nei polmoni, i quali diventano l'equivalente di una stanza in cui non c’è ricambio d’aria.
L’espirazione rappresenta a livello somatico una fase parasimpatica e maschile, ma in essa è anche molto importante la capacità femminile dell' abbandono, del lasciarsi andare, dello sciogliersi e della distensione.
La paura e la tendenza a reprimere le proprie emozioni, i propri istinti e sentimenti limita e rende innaturale la respirazione.
Questo genere di resistenze è particolarmente presente nelle tipologie caratteriali ipercontrollate, con una profonda e spesso inconscia “paura di morire”. L’ego non vuole mollare la presa e abbandonarsi allo scorrere e al fluire della vita, come se a questo corrispondesse una dissoluzione dell’io.
Miglioramenti in questa fase respiratoria determinano, col tempo, modificazioni a livello della personalità e delle relazioni intime e sociali.
L’espirazione consente infatti anche la manifestazione attiva del sé attraverso il suono, la parola. Rappresenta in realtà quanto riusciamo a far uscire fuori il nostro io, la nostra voce, la nostra espressività.
A volte la fase espiratoria va realmente rieducata, aiutando chi attua la tecnica a superare quell’attimo di spavento, paragonabile alla sensazione di vuoto che si ha lasciandosi cadere all’indietro, che può diventare piacevole ed eccitante se non lo si combatte e non lo si affronta con gli occhi della paura e della sfiducia.
Allenandoci ad espirare in maniera profonda e rilassata, ci esercitiamo, sul piano psichico, ad andare verso il vuoto, l’ignoto e lo sconosciuto.